Pittore italiano. Figlio del pittore Memmo di Filippuccio e fratello di
Federico, anch'egli artista, iniziò la sua carriera come collaboratore
del padre, ma con la
Maestà (1317) del salone del Palazzo Civico
di San Gimignano, modellata su quella dipinta a Siena da Simone Martini,
dimostrò di possedere già uno stile personale. Nelle sue prime
opere, quali la
Madonna e Santi nella chiesa di Sant'Agostino a San
Gimignano e la
Madonna della misericordia del duomo di Orvieto prevalgono
il gusto per le presentazioni frontali e simmetriche, per i vivaci accostamenti
di colori e per le note di costume. Entrato nella bottega di Simone Martini, del
quale divenne poi collaboratore e cognato,
M. svolse la sua
attività nella zona intorno a Pisa, anche con una certa autonomia
rispetto al maestro, dipingendo il polittico di
Santo Stefano a Vivaia,
ora conservato in San Niccolò a Cascina Alta, quello per
San Paolo
a Ripa d'Arno, il
Trionfo di S. Tommaso (1323 circa) e il polittico
composto dalla
Madonna e dai santi
Giovanni Battista, Andrea,
Pietro e
Paolo. Collaborò poi con Simone Martini alla
realizzazione di diversi polittici per Orvieto (
San Domenico e
Sant'Agostino). Il maestro e il discepolo acquisirono così uno
stile sempre più simile, tanto che è difficile distinguere con
precisione quali lavori siano da attribuire all'uno e quali all'altro.
M.
eseguì probabilmente le figure dei santi Margherita e Ansano
nell'
Annunciazione per il duomo di Siena, a cui lavorarono insieme nel
1333. Sempre a questi anni risalgono la
Madonna con committente
domenicano e il dittico costituito dalla
Madonna e santi (New York,
Metropolitan Museum) e dalla
Crocifissione (Pinacoteca Vaticana). Negli
anni Quaranta
M. si allontanò sempre di più dai modi
figurativi di Simone Martini. All'ultimo periodo della sua attività
appartengono la
Madonna di Altenburg e quella della chiesa dei Servi a
Siena, dipinta nel 1350 (notizie dal 1317 al 1348).